La gestione del laghetto nella stagione autunnale ed invernale
L’autunno è un periodo particolarmente delicato per il laghetto e per gli organismi che lo popolano, sia a livello microscopico che macroscopico, tanto in campo animale quanto in quello vegetale.
Il fotoperiodo cambia, le ore di luce sono sempre di meno e le temperature subiscono un lento ma inesorabile calo mentre le precipitazioni possono essere anche molto abbondanti.
Tutti questi mutamenti dei fattori abiotici che caratterizzano ” l’ecosistema laghetto” hanno una ripercussione diretta sul metabolismo dei pesci, delle piante e di tutti gli organismi acquatici, compresi i microscopici batteri del filtro.
Le koi sono organismi eterotermi, quindi la loro temperatura corporea è identica a quella dell’acqua in cui nuotano e questo comporta un progressivo rallentamento dei loro processi metabolici di pari passo con il calo delle temperature tipico dell’autunno, perciò occorre modificare la dieta dei pesci, sia come composizione del mangime che come frequenza e dosaggio di ogni singola somministrazione.
Affinchè le carpe possano superare senza problemi i mesi freddi è fondamentale che siano state adeguatamente nutrite durante l’estate in modo da riuscire ad accumulare le riserve energetiche necessarie a superare il digiuno invernale.
Questo può essere possibile solamente se i pesci sono stati alimentati con una dieta molto varia, costituita da mangimi professionali di elevata qualità nutrizionale, somministrati con frequenza e quantità proporzionata al numero e alla taglia dei pesci ospitati nel laghetto.
Per completare l’opera prima dell’arrivo del freddo, in questa stagione di transizione è preferibile impiegare mangimi ad alto contenuto proteico, facilmente digeribili anche alle basse temperature, riducendo progressivamente la frequenza delle somministrazioni oltre al dosaggio.
Personalmente, durante l’autunno, alterno il mangime ricostituente affondante all’immunostimolante galleggiante e, ogni tanto, anche un po’ di mangime con spirulina.
Quando la temperatura dell’acqua scende sotto gli 8 °C sospendo del tutto la somministrazione di cibo.
Generalmente, i miei pesci digiunano dalla metà di Novembre all’inizio di Marzo.
Con la riduzione del fotoperiodo anche le piante si avviano verso il fermo vegetativo. Per quanto possibile, consiglio di potare le foglie delle piante acquatiche nel momento in cui iniziano ad ingiallire, prima della fase di marcescenza e di rimuovere le foglie degli alberi cadute in acqua, per ridurre al minimo l’accumulo di questi detriti contenenti cellulosa, difficilmente degradabile dai batteri.
A proposito di batteri decompositori, come ho accennato qualche riga sopra, anch’essi rallentano il loro metabolismo ma ciò non ci deve preoccupare poiché questo calo va di pari passo con la riduzione della formazione di inquinanti da smaltire, poiché anche i pesci mangiano meno e di conseguenza producono una ridotta quantità di cataboliti.
In autunno,io continuo a somministrare settimanalmente i batteri fino a che la temperatura rimane sopra i 10 °C dopo di che, la mia gestione del filtro è limitata alla pulizia della parte meccanica e alla rimozione dell’impianto di sterilizzazione uvc.
Anche se i pesci mangiano meno e le basse temperature facilitano la solubilità dell’ossigeno in acqua, non bisogna assolutamente abbassare la guardia e abbandonare i regolari controlli dei valori dell’acqua.
In particolare, il valore del KH va controllato con una maggior frequenza rispetto al periodo estivo poiché, soprattutto in caso di laghetti medio-piccoli, le intense precipitazioni autunnali tendono a diluire rapidamente e pericolosamente la concentrazione di sali carbonati.
Questa famiglia di sali ha l’importantissimo compito di mantenere stabile il valore di pH, evitando pericolose oscillazioni di questo valore che risultano particolarmente dannose per la pelle, le branchie e i reni dei pesci.
In caso di un valore di KH inferiore a 5 °d KH (5 gradi tedeschi di KH) è opportuno intervenire somministrando gradualmente una specifica miscela di sali remineralizzanti KH+.
Spesso, durante questa stagione, mi capita di ricevere telefonate di appassionati di koi preoccupati perché vedono i loro pesci sfregarsi insistentemente contro il fondo del laghetto e temono si possa trattare di una parassitosi: invece, 4 volte su 5, è sufficiente effettuare il test del KH per rendersi conto che il problema non è di natura parassitaria ma provocato da oscillazioni del pH dovute all’abbassamento della concentrazione dei sali carbonati (valore di KH) in seguito a piogge intense o abbondanti nevicate.
Tornando al discorso dell’alimentazione delle koi, ad autunno inoltrato, quando il freddo notturno lascia intravedere le prime brinate mattutine, osservo attentamente il comportamento dei pesci in differenti orari della giornata oltre alle previsioni meteorologiche per i due-tre giorni successivi.
Se vedo le koi attive e le previsioni meteo risultano buone, somministro piccole quantità di mangime ricostituente affondante, nelle ore centrali e più calde della giornata, sempre a condizione che la temperatura dell’acqua non sia inferiore agli 8 °C.
All’incirca alla metà di Novembre le mie koi iniziano il loro “letargo”
rallentando i movimenti e manifestando un evidente calo dell’appetito, trascorrendo senza problemi i freddi mesi invernali sotto lo spesso strato di ghiaccio
che si forma nel mio laghetto, per
poi ricominciare tutto il loro ciclo all’arrivo della primavera.